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Fuori il verde! Un antico gioco romagnolo

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Carnevale si è ormai concluso con il Martedì Grasso e siamo pronti a dare inizio al periodo di Quaresima con il Mercoledì delle Ceneri. Nell’antica tradizione romagnola era usanza, proprio in questo periodo, dare il via ad un gioco molto competitivo. Il gioco in questione si chiama Foraverd, o più correttamente “fura e’ verd” (fuori il verde), del quale oggi si è persa ogni traccia.

In cosa contiste il gioco del fuori il verde?

Questo gioco era, a tutti gli effetti, una vera e propria gara che consisteva nel conservare, con estrema cura, una foglia o un ramicello di sempreverde, nello specifico il Bosso, che doveva essere mostrato su richiesta dello sfidante.

La sfida avveniva sempre tra due persone, spesso e volentieri soprattutto tra fidanzati.

La durata della gara veniva precedentemente pattuita, ma di solito continuava per tutto il periodo di Quaresima. Si concludeva poi, senza ulteriori deroghe, la Domenica avanti Pasqua. Infatti si riteneva che con il primo giorno della Settimana Santa il sempreverde perdeva la sua virtù.

Il gioco si basava su due frasi:

“Foraverd!” (fuori il verde)

E se l’avversario mostrava la foglia o il rametto doveva esclamare:

“Mett fura e’ tu, che e’ mi l’è verd!” (mostrami il tuo che il mio è verde).

In questo caso, per esempio, l’insidia era fallita poiché lo sfidato aveva con sé il suo ramicello o la sua foglia e l’aveva prontamente mostrata.

Questo gioco di botta e risposta durava inesorabile, fino a quando non si trovata il malcapitato che non aveva con sé il suo verde.

Ed era proprio qui, che usciva l’astuzia dei partecipanti al gioco, perché dovevano essere ben attenti a cogliersi nei momenti in cui non avevano con sé nulla.

La conservazione delle foglia o del ramicello

Era premura di tutti i partecipanti al gioco conservare e custodire gelosamente sulla persona la foglia, talvolta anche in maniera bizzarra e stravagante.

Il bosso, infatti, non veniva semplicemente tenuto in tasca, perché era facile perderlo, e per questo motivo era necessario più ingegno.

Veniva quindi cucito all’abito, tenuto sotto il nastro del cappello, affogato nella pettinatura o chiuso in sacchettini legati al collo con una cordicella.

Insomma, tutto purchè il proprio bosso non venisse smarrito.

Spesso però, la troppa protezione rivolta a foglia o ramicello potevano rendere la gara troppo complessa, quindi era lecito, nel momento del patto, stabilire un unico luogo dove custodirli. Per questo motivo erano sempre più frequenti i detti: “e’ foraver int la saca” o “foraverd in boca” (era usanza nascondere in bocca il bosso).

Viceversa, per rendere la gara più intensa, si stabiliva di riporre il verde dove meglio si credeva, senza restrizioni. Qui scattava un vero lavoro da spia, per vedere dove il concorrente custodiva il suo verde e ribeccarlo in un secondo momento senza.

Il premio che spetta al vincitore

Come ogni gara che si rispetti, chi vinceva aveva diritto ad un compenso.

Visti i tempi e le poche pretese, il premio consisteva in pochi danari o da oggetti di uso comune. La consegna del premio si effettuava di volta in volta oppure direttamente a fine gara.

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Insomma, questo gioco era un simpatico ed originale modo per gioire del periodo primaverile e di tutto ciò che portava!

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