Come abbiamo già visto in diversi articoli, la Romagna è una terra ricca di tradizioni, usi e costumi con radici antichissime insite in questo popolo.
Tutte le tradizioni nascono dalla voglia di divertirsi e stare bene, a partire dal cibo, che seppure povero ricco di gusto, fino ai balli tradizionali come il liscio romagnolo.
Ed è proprio al liscio che oggi vogliamo rendere omaggio.
Il liscio romagnolo: nel cuore della Romagna e dei romagnoli da secoli
Il liscio è un ballo da sala nato in Romagna tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo che si è poi diffuso in tutta la Nazione.
Deve il suo nome alle movenze dei ballerini che usavano scivolare, strisciando i piedi, quindi “andare via liscio”. Il fondatore del genere è considerato Carlo Brighi, più noto come Zaclén, tant’è che, ancora oggi, l’espressione Taca, Zaclèn! (Attacca, Zaclèn!) costituisce l’invito ai musicisti affinché inizino a suonare.
Mentre è grazie a Secondo Casadei, detto anche lo Strauss della Romagna, che questo ballo è arrivato in tutta Italia.
Dal punto di vista strumentale, il liscio romagnolo è suonato da un’orchestra di solisti che comprende il clarinetto in do e il sassofono accompagnati da basso, chitarra e batteria. Si è poi aggiunta, con il passare degli anni, la voce di un cantante che contribuisce a scaldare l’atmosfera.
Il liscio comprende tre danze: Mazurca, Valzer, Polka.
Caratteristiche del liscio
Il liscio romagnolo è caratterizzato da un’esecuzione brillante, vista la forte presenza di strumenti come il basso e la batteria, e veloce dei brani scritti principalmente per violino, clarinetto in Do, sassofono e successivamente per voce. È il liscio più conosciuto, soprattutto grazie al brano che ha dato il via al “fenomeno liscio”, Romagna mia (scritta da Secondo Casadei 1954).
Dove si ballava il liscio?
Il liscio si ballava nelle famose “balere”, un grande salone adibito a pista da ballo con servizio bar. La prima balera fu aperta da Carlo Brighi nel 1910 a Bellaria: il Capannone Brighi, diventato poi “Salone Brighi”.
Non solo liscio romagnolo
Grazie alla sua diffusione a livello nazionale, il liscio ha altre varianti.
Per esempio abbiamo il liscio emiliano, che a differenza di quello romagnolo non si basa sui fiati ma sulla fisarmonica.
Salendo a Nord troviamo il liscio piemontese, più lento di quello romagnolo ed eseguito principalmente da fisarmonica, clarinetto in do, sassofono e voce.
Insomma, ancora una volta la Romagna entra nel cuore di tutti quanti!
Dalla volontà di mantenere viva ed attuale la tradizione del liscio è venuta alla famiglia di Secondo Casadei l’idea di costruire la Ca’ del liscio di Ravenna, struttura appositamente dedicata alla musica e ai balli di Romagna.