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Azdora romagnola: padrona della cucina, custode della tradizione

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In dialetto l’azdora romagnola o l’arzdora, significa “reggitrice”.

In effetti nella cultura romagnola l’azdora rappresentava la matriarca, colei che si prendeva cura della casa e della famiglia.

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Purtroppo oggi questo simbolo si è estinto, o meglio si è trasformato in una figura più legata alla tradizione gastronomica. Resta comunque una figurata estremamente rispettata e ben vista.

Una figura simbolica rappresentante il territorio

L’uso comune voleva che l’Arzdor e l’Arzdora prendessero il nome dal loro impiego in famiglia. In casa, infatti, i contadini si ripartivano l’azienda domestica con i loro rispettivi titoli:

Il capofamiglia era l’Arzdor, ossia il reggitore, che, al vertice della gerarchia, si occupava degli affari di casa e amministrava il denaro.

L’ Azdora romagnola, o Arzdora, era di solito la moglie del capofamiglia e doveva “accudire alla casa, preparare il vitto ed eseguire tutti i lavori domestici necessari”. Era suo compito anche “provvedere al mantenimento del pollame e dei maiali”. L’Arzdora andava al mercato con pollame, uova, formaggio, ed altro. Col ricavato di questi commerci comprava olio, sale, e quanto poteva servire alla famiglia.

Questa figura quasi leggendaria viene ricordata come una donna forte, in grado di sostenere la grande famiglia, che ricordiamo all’epoca essere numerosa, come si voleva una volta.

L’azdora romagnola e la cucina

Principalmente questa figura è ricordata come la donna della cucina, complice “e su sciaddur” (il suo matterello).

Venivano chiamate, infatti, sfogline poiché conoscevano l’arte di “tirare” la sfoglia di svariate uova o quella “matta” – senza uova, la nostra è stata a lungo una terra dove la miseria era di casa. La bravura consisteva nell’evitare che si rompesse, mantenendo la necessaria “rugosità” , che serve a trattenere meglio il condimento , deliziando i palati con le tipiche ricette della nostra terra.

L’azdora moderna, una donna emancipata da sempre

Dal punto di vista sociale e professionale le donne romagnole hanno tenuto e spesso percorso il passo dell’emancipazione. Alle lotte sociali dei secoli passati si accompagna oggi un gran numero di donne che gestiscono alberghi, ristoranti, aziende vitivinicole, commerciali ed artigianali con quella capacità ed autorevolezza tipiche dell’ Azdora di una volta.

Questa figura viene nostalgicamente ricordata come il vero cardine della famiglia.

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