In pieno centro a Rimini, in piazza Ferrari troviamo il complesso archeologico che ha svelato la presenza di edifici storici di epoca differente, strutture stratificate che raccontano 2000 anni di storia. Oltre alla Domus del Chirurgo a Rimini, sono emersi anche un palazzo tardoantico e resti altomedievali.
La casa del chirurgo tra gli scavi
Situata nella zona settentrionale dello scavo di piazza Ferrari, la Domus del chirurgo a Rimini, è la struttura principale: il suo ottimo stato di conservazione e la ricchezza del corredo di reperti, ne fanno un sito archeologico di rilievo.
Risalente al II secolo d.C., la domus è uno splendido esempio di architettura romana, con le sue stanze dai pavimenti musivi e i soffitti e le pareti decorate da affreschi policromi. La casa era di proprietà di un medico chiamato Eutyches, ha restituito una gran quantità di reperti, di cui il principale è una cassetta contenente 150 ferri chirurgici.
È stato semplice infatti ricostruire l’identità del padrone di casa: un medico militare proveniente probabilmente dalla Grecia.
La domus fu distrutta da un incendio verso la metà del III secolo a causa di una scorreria di Alemanni.
Il palazzo tardo antico
Alla distruzione della Domus del chirurgo a Rimini seguì la costruzione di nuove mura cittadine, che in parte inglobarono anche la domus.
L’area non venne più abitata fino al V secolo, quando Onorio spostò la capitale a Ravenna. Al V-VI secolo risale un palazzo che gli scavi hanno riportato alla luce nella zona meridionale del complesso. Si tratta di una costruzione probabilmente di proprietà di un ricco dominus.
Il palazzo si sviluppava intorno ad un giardino interno abbellito da una fontana a ninfeo con canali e comprendeva molte stanze, ornate da mosaici policromi a motivi geometrici, affacciate su un corridoio. Alcune di esse risultano anche riscaldate.
L’agiatezza del padrone di casa è dimostrata inoltre dalla presenza di un’aula absidata, che probabilmente veniva usata come sala di rappresentanza.
Il palazzo cominciò a decadere nel VI secolo, ai tempi della guerra tra Goti e Bizantini.
Il cimitero dell’alto medioevo
Dopo il decadimento del palazzo tardo antico, distrutto e interrato, l’area fu adibita a sepolcreto, forse collegato ad un edificio religioso nelle vicinanze. A quel tempo, infatti, era uso comune seppellire i morti all’interno della città.
I corpi, ancora visibili nello scavo, venivano sepolti in fosse molto semplici, talora solo coperti con tegole, tanto da danneggiare addirittura i pavimenti sottostanti.
L’area venne usata come cimitero fino al VII secolo, dopodiché furono costruite nuove strutture abitative.
Gli scavi hanno riportato alla luce i resti di un’abitazione risalente al periodo altomedievale. Era circondata da spazi aperti, forse coltivati ad orto ed era stata edificata con materiali deperibili: legno, argilla e terra battuta. Alcune di queste strutture sono ancora visibili, come il grande focolare.
Dopo l’VIII secolo, infine, l’area rimase disabitata e venne ricoperta da strati di terreno.
Infine, tra Cinquecento e Settecento, il sito divenne luogo di deposito per le provviste dei vicini conventi di san Patrignano e delle Convertite.
I reperti ritrovati nella Domus del Chirurgo
Eccezionale la collezione di strumenti chirurgici ritrovata in casa del chirurgo. Ammontano a 150 i pezzi: la più ricca collezione chirurgica al mondo per completezza e numero di oggetti.
La presenza di strumenti indicati per traumi ossei e ferite, conferma la natura militare della professione medica di Eutyches.
Tra gli altri, c’è anche un pezzo unico al mondo, il “Cucchiaio di Diocle”. Si tratta di uno strumento usato nell’antichità per estrarre le punte di freccia dalla carne. Costituito da un lungo manico di ferro, termina ad una estremità con una lamina a cucchiaio con al centro un foro che doveva servire ad estrarre la freccia.
Gli scavi nella Domus del chirurgo a Rimini
Gli scavi sono iniziati nel 1989 in occasione della riqualificazione della piazza e dopo 18 anni, nel 2007, è stato restituito alla città il prezioso complesso archeologico.
Dopo 10 anni di scavi, dovettero passarne altri 8 prima dell’apertura al pubblico. Nel 2001 il progetto venne approvato nel e iniziarono i lavori di conservazione della domus.
Si optò per la costruzione di una struttura intorno allo scavo che oltre a proteggerlo dal tempo e dal meteo, avrebbe permesso ai visitatori di godere pienamente dell’emozione antica che tale patrimonio archeologico ha da offrire.
Si tratta di una grande “campana” in vetro e acciaio: il perimetro è costituito da vetri che impediscono il passaggio dei raggi solari all’interno e garantiscono nel contempo una visione degli scavi anche dall’esterno. Il tetto, invece, è un giardino pensile con piante mediterranee, interrotto a tratti da lucernai a nastro in grado di assicurare il ricambio dell’aria. All’interno, 3 passerelle di vetro sospese a circa 2 metri dallo scavo guidano i visitatori tra le stanze di “casa Eutyches”.
L’inaugurazione ha aperto ufficialmente i battenti della “Domus del chirurgo” il 7 dicembre 2007.